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Castelnovo ne’ Monti

Punti di interesseAppennino Reggiano

Castelnovo che in questi anni si è caratterizzata come principale centro servizi dell’Appennino Reggiano, e come località turistica e di villeggiatura, punta oggi a divenire anche il “paese per lo sport”, grazie all’ottima dotazione nel settore dell’impiantistica sportiva.

Già ora numerose squadre, italiane e straniere, che praticano svariate discipline sportive, vengono qui per stage di preparazione atletica e tecnica. Per questo motivo Castelnovo è sede, ormai da alcuni anni, di manifestazioni sportive di prestigio (atletica leggera, in particolare) che hanno portato in Appennino i migliori nomi del panorama sportivo nazionale. Il turista dell’ambiente o dello sport è accolto da una buona rete di strutture ricettive, in corso di ulteriore qualificazione. Tra l’altro, un qualificato centro di riabilitazione per cardiopatici trova sede inoltre all’interno delle locali strutture ospedaliere. Il vecchio centro storico, è situato in una conca naturale racchiusa da tre rilievi coperti di conifere messe a dimora negli anni Venti del Novecento (monte Castello, monte Forco e monte Bagnolo).

Quest’ultimo è frequentato d’estate da anziani e sportivi amanti dello jogging, e attrezzato con panchine e campo da bocce. Le caratteristiche architettoniche dell’abitato di Castelnovo sono omogenee e ricorrenti. Una cortina edilizia di particolare pregio si sviluppa intorno a piazza I Maggio, antica piazza d’armi.

Il patrimonio edilizio di interesse storico risente delle notevoli modifiche avvenute negli ultimi decenni, anche se è ancora oggi possibile cogliere aspetti significativi dell’antico tessuto percorrendo la vecchia strada che entrava nel borgo snodandosi a lato dell’oratorio secentesco dedicato a S. Maria Maddalena.

Uno stretto passaggio conduce infatti ad una piazzetta sulla quale si affacciano alcuni tra i più antichi edifici castelnovesi (sec. XV ca.). Altri luoghi del paese che meritano una visita sono Bagnolo, dove sorge il palazzo Ducale edificato da Francesco IV d’Este nei primi decenni del secolo XIX, e l’antica pieve dedicata a santa Maria Assunta, di cui restano solo pochi frammenti lapidei originari, tra i quali un capitello decorato con leoni che data ai primi decenni del XII secolo. E’ di sicuro interesse la visita del centro storico il giorno del mercato settimanale che si tiene tradizionalmente il lunedì. Istituito nel XII secolo, occupa le piazze centrali (Peretti e Martiri della Libertà), via Roma e via Vittorio Veneto, gremite di gente anche dai paesi vicini. Da segnalare la secolare sagra di San Michele a fine settembre.

Castelnovo ne’ Monti – Il Borgo

Castelnovo è il centro politico, amministrativo ed economico della montagna reggiana, sull’importante asse viario costituito dalla Statale 63.
Originariamente costituito da quattro nuclei cardine connessi fra loro, mal riconoscibili a causa dell’incremento abitativo degli ultimi anni, il capoluogo conserva poche tracce del proprio passato.
Una delle poche testimoni dei secoli ormai passati è l’importante Pieve di Santa Maria di Campiliola trasferita nel 1200 da Bismantova a una collina sottostante.
Del Castello restano parti del mastio, ridotto a una corta torre capitozzata, lembi delle mura difensive e ruderi di strutture non identificabili.
Il vecchio centro, situato in una conca naturale racchiusa da tre rilievi coperti di conifere messe a dimora tra la fine del secolo XIX e il principio del XX, presenta caratteristiche architettoniche omogenee e ricorrenti e una cortina edilizia di particolare pregio intorno a piazza I° Maggio, l’antica Piazza d’armi.
Fu area di penetrazione Etrusca e Romana, in contrasto con le preesistenti popolazioni Celto-Liguri (Tito Livio, tra gli altri parla di un Suismontium, toponimo di attribuzione incerta che può richiamare Bismantova). I Bizantini istituirono qui successivamente il gastaldato di Bismantova e posero un loro importante presidio sulla sommità della Pietra (il c.d. kastròn Bisimanto) che resistette fino al sopraggiungere dei Longobardi alla metà del VII secolo. La minuscola corte di Villola, borgo originario del comune ai piedi della Pietra di Bismantova, agli inizi del sec. XI fu posta poi sotto la protezione dell’imperatore Enrico II, per richiesta dello stesso vescovo di Reggio Emilia, Teuzone. Il Castrum novum (da cui Castelnovo) fu opera dei Canossani, e fu Matilde stessa a donarlo al monastero di sant’Apollonio di Canossa nel 1111.

Il primo nome del paese fu infatti “Castelnovo del Signor Abate di Canossa”. Questo territorio sorge all’incrocio di tre vie storicamente rilevanti: da una parte la Reggio-Luni attraverso i valichi cerretani; dall’altra la Parma-Lucca attraverso i valichi di Pradarena e delle Radici, la terza è la strada Lizane tra la val d’Enza e il passo dei Linari (o di Lagastrello). Nel 1188 Castelnovo ne’ Monti (il nome definitivo a partire dal 1534, cambiò diverse volte, anche se il primo a denominare così l’abitato fu il podestà estense Gian Battista Coriani nel 1490), giurò per la prima volta fedeltà al Comune di Reggio.

Dopo essere stato infeudato ai Da Dallo, nel 1409 è sotto la dominazione estense. Aggregato alla podesteria di Felina, nel 1480 Castelnovo diviene esso stesso capoluogo e principale centro di governo di buona parte della montagna reggiana. Tale funzione di centro di fatto della “virtuale provincia di montagna” si manterrà ed incrementerà nei secoli a venire. Tramontato nel 1859 l’antico regime estense, Castelnovo viene eretto a capoluogo di cantone, mentre con la successiva restaurazione è sede di un unico grande comune che comprendeva anche quelli attuali di Vetto, Ramiseto, Busana e Collagna. La costruzione della “strada militare di Lunigiana” (attuale SS 63) diede impulso al vecchio centro del paese: si aprirono nuove vie, dando avvio ad un impetuoso sviluppo edilizio.

Tra i personaggi illustri cui Castelnovo diede i natali ricordiamo il poeta Antonio Peretti (1815-1858), Carlo Franceschini, che introdusse la Carboneria mazziniana nel Reggiano, e Cirillo Monzani, figura di primo piano nei quadri dell’amministrazione ministeriale nel primo periodo dopo l’unificazione nazionale: sono tutti ricordati nell’attuale toponomastica stradale.

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