L’Appennino reggiano è terra di confine, una cerniera naturale tra l’area padana e quella ligure-toscana. Una dorsale che si estende dal Passo del Lagastrello, crocevia con Lunigiana e Appennino parmense, ai passi del Cerreto e di Pradarena, fino al Monte Giovarello, a contatto con l’Appennino modenese.
I Comuni di quest’area sono: Canossa, Carpineti, Casina, Viano, Baiso, Castelnovo ne’ Monti, Toano, Ventasso, Vetto e Villa Minozzo. Dal crinale, con la vista che spazia a 360°, il panorama lascia il passo, scendendo di quota, alle faggete, alle valli del Dolo, dell’Ozola, del Secchia, dell’Enza, del Tassobbio e del Tresinaro, ad ampi prati e foraggere per la produzione del formaggio più famoso al mondo: il Parmigiano Reggiano, che ha plasmato non solo l’economia ma anche il paesaggio.
La mole della Pietra di Bismantova domina il territorio tra val Secchia, cime del crinale e dolci rilievi di collina: sono le terre matildiche dove il casato Canossa costruì nei secoli Castelli, Pievi e casetorri ancora oggi visitabili. Molti edifici conservano architetture medievali: portali in pietra scolpita, capitelli, archi e volte che raccontano antiche storie.
La ricchezza di natura, biodiversità e tradizioni ha fatto entrare, nel 2015, questo territorio nella rete mondiale delle Riserve “Uomo e Biosfera” dell’UNESCO, che riconosce l’alto valore del rapporto sviluppato nel tempo tra uomo e ambiente. Un valore già sancito dalla presenza del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano che si estende tra Emilia e Toscana, a partire dal crinale fino alla Pietra di Bismantova. Dalle vette che superano i 2000 metri di quota, da cui si vedono il Golfo di La Spezia e il Tirreno, si scende nelle valli ricoperte da folti boschi di faggio, con i tipici laghi glaciali, i torrenti impetuosi e i borghi con le antiche case in pietra arenaria grigia.
Sono numerose le Aree protette anche in ambito collinare, fanno capo al sistema dei Parchi coordinato dall’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Centrale: la Riserva della Rupe di Campotrera, il Paesaggio Protetto della Collina Reggiana – Terre di Matilde oltre ai Siti della Rete Natura 2000 tra gessi, calanchi e microclimi particolari.
Un territorio dove natura e storia si intrecciano, senza dimenticare la gastronomia, una tradizione tutta da gustare: gnocco fritto, erbazzone, tortelli, cappelletti, salumi e carni, soprattutto di maiale e di pecora, ma anche funghi porcini a castagne.