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Castello di Carpineti

Punti di interesseAppennino Reggiano

La naturale difesa offerta dal monte Antoniano, alto 805 metri, fa ipotizzare che le origini di una primitiva cinta muraria risalgano all’epoca delle scorrerie ungare. La fondazione del castello è invece attribuita ad Atto Adalberto di Canossa. Dal IX secolo Carpineti viene infatti citato nelle fonti, mentre nell’XI secolo alcuni documenti lo menzionano quale sede di scontri.

Nel 1043 il marchese Bonifacio di Canossa amministra il castello, ma sarà Matilde a valorizzare l’intero complesso.

All’interno della fortificazione, provvista di un doppio ordine di cinte, la contessa ordina l’edificazione della chiesetta di stile romanico dedicata a Sant’Andrea.

La fortezza di Carpineti viene eletta quale sede privilegiata per ospitare pontefici, imperatori, re e duchi mentre stipulano accordi sulle sorti d’Italia.

Nel 1077 accoglie papa Gregorio VII, reduce dall’incontro di Canossa, mentre nel 1082 riceve il vescovo di Lucca Anselmo.

Nel 1092 Matilde aduna nel castello di Carpineti un’assemblea di vescovi, prelati e monaci, intenzionati a risolvere la guerra contro gli eretici.

La morte di Matilde (1115) chiude il periodo più denso di avvenimenti nella storia di questo castello, conteso tra Papato ed Impero.

Dal 1117 il castello diviene residenza di diversi signori che si succedono nel governo. Negli ultimi decenni del XII secolo la fortezza di Carpineti subisce diversi assalti e si susseguono al potere più signori.

Fra questi anche il leggendario “bandito della montagna” Domenico Amorotto. Le condizioni precarie e rovinose in cui versava il castello, dopo anni di incuria ed assalti, vengono accentuate da un incendio subito nel 1944, in seguito ad un’offensiva tedesca.

La struttura del complesso è riferibile a quella di un “castello-recinto” con una cinta a pianta irregolare prossima ad un trapezio. All’estremità del lato corto meridionale si trova un piccolo ambiente absidato che si configura come un torrione rotondo attraverso il quale si entrava nel castello. All’interno emerge la torre isolata a pianta quadrata costituita da masselli di pietra ben squadrati. Le finestre con arco a pieno centro, poste sulle fronti meridionali ed occidentali e quella sul prospetto settentrionale, fanno propendere per una datazione non posteriore al XIII secolo.

A circa quattro chilometri dal castello esiste un oratorio che ricorda l’antica Pieve di S. Vitale delle Carpinete, ripristinata dalla contessa Matilde, della quale restano tracce di decorazioni scolpite. La pieve venne anche chiamata “San Vitale da Verabulo” dall’omonima Corte che Beatrice, madre di Matilde, aveva regalata nel 1071 al monastero di Frassinoro.

Del castello rimangono poderosi ruderi dominati da una torre quadrangolare diroccata alla sommità. Il complesso di Carpineti é oggi costituito, oltreché dai ruderi del castello, dalla chiesa di Sant’Andrea, consacrata nel 1117 e utilizzata per matrimoni, mostre ed eventi, dal piccolo cimitero e dal borgo.

Nelle case del borgo si trovano una piccola struttura ricettiva, una taverna ed un ristorante. Il Castello è una delle tappe della Via Matildica del Volto Santo.

L’intera struttura è stata restaurata dal 1990 ai primi mesi del 1999 e una scala interna porta ad un belvedere che dona un panorama mozzafiato sull’Appennino Emiliano.

Per informazioni su orari e prezzi:

https://www.appenninoreggiano.it/it/scheda/castello-di-carpineti

http://www.castellodicarpineti.it/

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