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La cavatura del tartufo è patrimonio Unesco

Il nostro Paese ha una nuova iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO. Si tratta della “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”, candidatura presentata dalla Federazione Nazionale Tartufai Italiani (FNATI) e dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo (ANCT).

Si tratta della prima candidatura nazionale del patrimonio immateriale che rappresenta il tema della biodiversità culturale come fattore chiave per l’identificazione di un elemento capace di unire ai tratti storici ed antropologici millenari la dimensione della trasmissione intergenerazionale non-formale e l’interdipendenza tra uomo e natura nei diversi habitat naturali e territori vocati. Una rete che unisce circa 70.000 tartufai, 14 Regioni Italiane e numerosi comuni anche di aree interne.

È molto importante sottolineare che l’inserimento nel patrimonio Unesco non è del tartufo in quanto prodotto, ma l’attività di cerca e cavatura del tartufo. Un’attività dietro alla quale sta un mondo fatto di sapere e conoscenza della pratica antica, tramandata spesso di padre in figlio che anche per i nostri territori ha rappresentato una grande opportunità. I primi a credere nella candidatura Unesco e ad avviare il percorso nel 2013 sono stati i promotori dell’Associazione Nazionale Città del tartufo, di cui è membro anche il Comune di Viano che si è impegnato per questo risultato” Soddisfazione per il sindaco di Toano, Vincenzo Volpi: “C’è grande orgoglio nell’apprendere l’importantissima notizia: l’attività di ricerca dei tartufi è una tradizione radicata nel nostro territorio con numerosi appassionati”.

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