È al femminile, è giovane e racconta della tutela dell’ambiente il progetto mirato alla tutela del preziosissimo e a rischio scomparsa del gambero di fiume, grazie al progetto Life Claw in corso nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, che a breve coinvolgerà anche il nuovo centro dei “Frignoli“.
“Per la prima volta i piccoli gamberi di fiume italiano, nati a luglio, sono stati introdotti dai ricercatori del progetto Life Claw risultati idonei del Comune di Ventasso e dell’alto parmense, dopo aver svolto le indagini sanitarie per verificare il loro stato di salute” spiega la responsabile del progetto, Francesca Moretti, 46 anni, una laurea in scienze delle produzioni animali. “Questa fase del progetto segue la riproduzione avvenuta con successo presso i centri in Emilia, nei comuni di Monchio delle Corti e Corniglio, provincia di Parma, e in Liguria, nel comune di Fontanigorda. Sono 1.538 i giovani esemplari che complessivamente sono stati raccolti e rilasciati: 100 nell’allevamento di Fontanigorda; 148 in quello di Monchio delle Corti e 1.290 in quello di Corniglio”. A differenza dei crostacei, e dei loro “cugini” di mare, i gamberi di acqua dolce non hanno una fase larvale, ma alla schiusa i piccoli si presentano già con il medesimo aspetto degli adulti. “I gamberi di fiume – spiegano Arianna Garofolin, 29 anni, e Maria Chiara Contini, 27 anni, laureate con lode in Ecologia e conservazione della natura – hanno un ruolo fondamentale all’interno degli ecosistemi acquatici in cui vivono, perchè sono in grado di regolare in termini di abbondanza molte specie, essendo onnivoro, ed è a sua volta fonte di cibo per pesci e uccelli”.
Ora, terminate le attuali operazioni di rilascio, i ricercatori del progetto Life Claw riavvieranno l’attività di riproduzione. Saranno recuperati i gamberi riproduttori (maschi e femmine) da introdurre nelle vasche dei centri emiliani e ligure. L’accoppiamento dovrebbe avvenire a fine ottobre e successivamente le femmine emetteranno le uova. Ai centri di Fontanigorda, Monchio e Corniglio, si aggiungerà presto il nuovo centro dei “Frignoli”, realizzato dall’Unione dei Comuni della Lunigiana, che sarà gestito dal personale di progetto del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.