La Delegazione FAI di Reggio Emilia presenta per questa edizione tre aperture di eccezionale valore e interesse, con una scelta simbolica che riflette pienamente l’approccio del FAI, sempre alla ricerca di luoghi e storie originali, di punti di vista nuovi da cui guardare al patrimonio dell’Italia, riscoprendone la meraviglia o quello che normalmente non si può vedere. Le aperture sono: il Teatro Ariosto e Sala Verdi, il Castello di Canossa e Museo nazionale “Naborre Campanini” e la torre di Rossenella sulla Rupe di Campotrera.
APERTURE
- Teatro Ariosto e Sala Verdi – Reggio Emilia. Esposizione straordinaria sul palcoscenico di abiti di scena dell’attrice Maria Melato
- Castello di Canossa e Museo nazionale “Naborre Campanini” – Canossa
- Torre di Rossenella sulla Rupe di Campotrera – Rossena
IL TEATRO ARIOSTO E LA SALA VERDI
Nato dalle ceneri del Teatro di Cittadella costruito tra il 1740 e il 1741 su disegno di Antonio Cugini, allievo di Ferdinando Galli Bibiena, l’Ariosto si caratterizza per essere un luogo eccezionale di storia, architettura e funzioni. Una vicenda travagliata che inizia con un incendio, lo porta ad essere prima Teatro Filarmonico nel 1858 e, dopo una vita molto breve, negli anni ’70 del XIX secolo, Politeama, sala a destinazione plurima adatta tanto alla prosa quanto ai giochi equestri, uno dei pochissimi esempi rimasti in Italia di questa tipologia di spazio teatrale. Adattato al modello dei politeama inglesi e francesi con la caratteristica cavea, prende forma perfettamente semicircolare, con la struttura a palchi mantenuta solo per il secondo ordine, sostituita al primo ed al terzo da gallerie uniche. Del 1927 sono la costruzione del golfo mistico e la decorazione di Anselmo Govi (Reggio Emilia 1893-1953), con affreschi di gusto tardo liberty, riferibili agli anni in cui l’attrice reggiana Maria Melato si afferma quale icona e diva dello spettacolo. Solo per l’occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2024, sarà possibile ammirare sul palcoscenico del Teatro una straordinaria mostra di abiti di scena della Melato, di proprietà della Fondazione Manodori e della Biblioteca Panizzi, custoditi dalla sartoria dei Teatri e normalmente non esposti al pubblico. Dopo trent’anni di chiusura, il Ridotto del Teatro si presenta con la Sala Verdi recentemente restaurata, divenuta spazio tecnologico per la produzione teatrale contemporanea, dopo essere stata nel tempo punto di riferimento per la vita sociale, politica e culturale reggiana.
IL CASTELLO DI CANOSSA E IL MUSEO NAZIONALE “NABORRE CAMPANINI”. LA TORRE DI ROSSENELLA SULLA RUPE DI CAMPOTRERA
Tra pievi romaniche e rigogliose colline, fra suggestivi calanchi e vallate di case in sasso, il territorio di Canossa offre panorami di incantevole bellezza che hanno il fascino di essere testimoni della storia. Le terre di Matilde (1046-1115), Grancontessa sostenitrice del papato che qui regnò fra l’XI e il XII secolo influenzando con il suo carisma e il suo coraggio, l’intera politica europea, raccontano straordinarie architetture e infiniti paesaggi, diventando protagoniste delle Giornate FAI d’Autunno 2024. Dal Castello di Canossa alla Rocca di Rossena, dalla Torre di Rossenella alla Rupe di Campotrera, uno scenario unico offre al visitatore prospettive spettacolari, dove immergersi per comprendere il perfetto sistema fortificato che difendeva il feudo di Matilde, in un viaggio che porta dalla pianura coltivata alle alture degli Appennini, inoltrandosi nelle vedute fluviali della Val d’Enza e i calanchi di Canossa, tra i sentieri geologici della Rupe di Campotrera e la biodiversità della sua riserva naturale. Insieme ai luoghi matildici, attraverso il museo nazionale “Naborre Campanini” (1850-1925), studioso, letterato, insegnante e poeta, grande cultore di storia canossana, si scopre la vita di Matilde, nobildonna italiana di stirpe longobarda, membro della dinastia degli Attoni, figura chiave nell’equilibrio fra papato e impero, feudataria di castelli, fortezze e torri che oggi resistono al tempo e che nel Medioevo proteggevano i domini della contessa, il cui regno si estendeva ben oltre l’Emilia, toccando la Lombardia, la Liguria, la Toscana, l’Umbria e l’alto Lazio.
NOTE ALLE VISITE GUIDATE E AGLI INGRESSI
Le visite guidate ai luoghi saranno accessibili senza prenotazione, con corsie preferenziali “salta la fila” riservate agli aderenti FAI. Le visite saranno possibili con un contributo minimo, che rappresenta una donazione per sostenere la missione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano che il FAI – ETS (Ente del Terzo Settore iscritto al Registro Nazionale Unico del Terzo Settore – rep. n. 2092) persegue dal 1975.
Al Castello di Canossa è richiesto il pagamento di un biglietto d’ingresso del MIC – Ministero Italiano della Cultura MIC: biglietto intero € 4,00; biglietto agevolato € 2,00 per i cittadini europei tra i 18 e i 25 anni. Questo costo non è devoluto a favore del FAI, ma va al Ministero Italiano della Cultura proprietario del bene.