Il termine “torta povera” deriva dalla preparazione della sfoglia con ingredienti poveri, (probabilmente quelli di cui disponevano le casalinghe in tempi magri). La farcitura oltre al prodotto dell’orto : la verza o il garbuso, veniva arricchito con il formaggio, il sale e l’olio a secondo della disponibilità. Oggi naturalmente il condimento è la parte più preziosa per la buona riuscita del piatto. Da sempre questa “torta povera” fa parte della tradizione locale gastronomica bardigiana e viene preparata sia nelle frazioni che nel capoluogo.
Questa torta, come del resto le altre di verdure, rappresenta una delle più ingegnose e soddisfacenti varianti, che le nostre progenitrici abbiano escogitato, come alternativa alla dieta alimentare pane-polenta-minestra. La torta di verze è da considerarsi un pasto completo. Oggi, specie nei ristoranti locali, viene proposta indifferentemente come antipasto, primo piatto, pietanza o contorno, mentre nei panifici è in vendita tra le “torte salate”, insieme alla torta d’erbe, alla torta di patate e alla torta di riso.
La verza o garbuso ha origine nel bacino del Mediterraneo e la sua raccolta avviene generalmente, nella stagione autunnale e in quella invernale.