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Musei della Val Taro

Punti di interesseVal Taro

MUSEO ETTORE GUATELLI
Ettore Guatelli (1921-2000) ha allestito nella sua casa di abitazione una straordinaria raccolta etnografica, di oggetti da lavoro. Il Museo Guatelli, a Ozzano Taro, a pochi chilometri da Fornovo, infatti una raccolta infinita di oggetti d’uso quotidiano allestiti con vere e proprie scenografie. Per l’autore, gli oggetti sono le tracce materiali di storie di uomini e di donne impegnati nella vita quotidiana. La raccolta rappresentava per lui l’essenza del racconto della vita. Gli oggetti che recuperava ed esponeva non erano infatti pezzi rari o preziosi come quelli di molti musei tradizionali, ma erano cose d’uso comune, che ancora oggi conservano l’impronta di chi, usandole quotidianamente, le ha consumate fino al punto di farle diventare parte di sé. Martelli, pinze, pale, forbici, botti, pestarole rivestono le pareti seguendo semplici motivi geometrici, riempiono i mobili e le mensole di questo museo, creando un effetto scenografico carico di suggestioni visive e capace di evocare, attraverso un linguaggio museografico inedito e svincolato da intenti realistici, gesti quotidiani di vita contadina.

Sito Web: https://www.museoguatelli.it/

PARCO MUSEO DEL PETROLIO DI VALLEZZA
Vallezza è un piccolo borgo nel Comune di Fornovo di Taro. Attraversando oggi il paese e le sue vallate è difficile comprendere l’importanza di questo luogo nella vicenda estrattiva degli idrocarburi dalla fine del XIX secolo fino agli anni settanta del XX secolo. Il suo paesaggio, così come appare oggi, ci racconta pochi ma importantissimi dettagli della storia della ricerca petrolifera nella Val Taro, ma anche in tutta l’Italia. Dalle “demoniache” sorgenti di “olio di sasso” che inquinavano i campi coltivati, alle prime campagne di ricerca per scopi industriali nella seconda metà dell’ottocento, fino alla costruzione della Società Petrolifera Italiana, un’industria estremamente importante per l’economia del luogo, dal 1905 fino alla fine degli anni settanta.

Ripercorrere alcuni momenti di questa storia attraverso il valore del paesaggio di Vallezza, ha il significato più vasto di comprendere come il ruolo del petrolio abbia influito sull’economia nazionale italiana nella prima metà del XX secolo e come proprio il giacimento di Vallezza sia una testimonianza necessaria a non disperdere quel patrimonio di tecniche, saperi e memorie appartenenti a una produzione industriale del passato.

Le architetture industriali, oggi dismesse, si possono incontrare visitando le colline intorno a Vallezza, sono testimonianza costruita della storia di questo giacimento e dell’importanza che questo sito ex produttivo ha rivestito particolarmente nel XX secolo. Una vera e propria collezione di architetture ex industriali che hanno la capacità di raccontare, attraverso la propria struttura, un importante patrimonio di memorie e di tecniche. Il progetto del parco prevede che, nel prossimo futuro, una parte di queste architetture e in particolare l’edificio delle Officine, possa essere messa a disposizione del pubblico mostrando, all’interno di un vero e proprio percorso museale, la storia di Vallezza e il suo ruolo sempre all’avanguardia nella ricerca del petrolio come questione scientifica nella prima parte del XX secolo.

Sito Web: http://www.museodelpetrolio.it/

SEMINARIO VESCOVILE DI BEDONIA-POLO MUSEALE
Oggi il seminario si estende su quasi 6000 mq. Tutta la popolazione della vallata partecipò per cinque anni alla costruzione del seminario stabilendo un legame che si è conservato intatto sino ad oggi. Il polo museale è vasto e di grande interesse, fra cui ricordiamo:
MUSEO ARCHEOLOGICO: Inaugurato l’8 luglio del 2000, il Museo Archeologico espone collezioni donate al Seminario dagli eredi di Severino Musa (1885-1971), medico bedoniese che negli anni Trenta raccolse preziose informazioni scientifiche sul popolamento della zona, dal cultore d’antichità Natale Bruni (1897-1973), collezionista di reperti preistorici e da appassionati locali.
Il percorso è il risultato delle ricerche effettuate nella zona dal Prof. Angelo Ghiretti e dai suoi studenti e si conclude con la collezione di reperti della Magna Grecia dono del naturalista Pierluigi Cerlesi.
PLANETARIO: Costruito alla fine degli anni Ottanta per scopi didattici, il Planetario, in grado di accogliere gruppi di una cinquantina di persone, consente lo studio della volta celeste e del movimento degli astri attraverso una moderna attrezzatura e la realizzazione di esperimenti e simulazioni dei fenomeni celesti. È sempre fruibile su richiesta, e nel periodo estivo prevede serate aperte al pubblico e, su prenotazione, serate di osservazione del cielo dal Passo della Cappelletta. Si organizzano serate in occasione di eventi astronomici particolari. Per prenotazioni contattare il Signor Roberto Pardini al 320 34 70 730
PINACOTECA :Dal 1935 il Seminario di Bedonia conserva una interessante raccolta di circa 80 dipinti storici, 34 dei quali, quelli di maggior pregio, sono esposti nella “Quadreria Parmigiani”.
Sono prevalentemente tele provenienti da due donazioni: quella di Don Vittorio Parmigiani e quella del vescovo Ersilio Menzani che è composta da parte dei dipinti della famiglia Bolognini di Bologna.
Si segnala la “Caduta di Cristo sotto la croce”, attribuita a Ludovico Carracci, “Cristo risorto che appare alla Madre” di Andrea Donducci e “San Francesco che Riceve le Stimmate” di Bartolomeo Passerotti.
MUSEO DI STORIA NATURALE: Nato inizialmente come gabinetto di scienze, all’epoca del Vescovo Scalabrini (1839-1905), e diventato Museo nel 1939 quando Mons. Silvio Ferrari dedicò una sala ai reperti trovati sul territorio, il Museo ha avuto sempre finalità didattiche; gli obiettivi educativi sono mantenuti nel nuovo allestimento, il cui progetto è stato pensato soprattutto per le scuole. Il Museo si struttura in due sezioni; la prima, con un percorso a ritroso sull’evoluzione della specie, in un’esposizione tassonomica: dall’Homo Sapiens, attraverso mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, fino ai primi invertebrati (parete a destra), cui si contrappongono minerali e conchiglie nelle vetrine retroilluminate della parete opposta.
BIBLIOTECA ANTICA: Nella Biblioteca Antica del Seminario è confluito un consistente patrimonio librario antico (dal 1500 al 1830), proveniente dal Collegio Alberoni e da alcune famiglie bedoniesi, oltre che dai lasciti di tanti sacerdoti: si tratta di una raccolta di circa 7000 volumi, rappresentativi dell’antica civiltà locale e in prevalenza di argomento teologico, storico-letterario e giuridico; vi si contano alcune edizioni di pregio, oltre a 225 splendide cinquecentine. Vi sono conservati altri 6000 volumi dal 1830 al 1920. Complessivamente pertanto vi sono custoditi 13.000 libri.
CENTRO STUDI CARDINAL CASAROLI: La Scuola del Seminario di Bedonia, attiva dal 1846 al 1981, ha donato alla Val Taro e Ceno tanti uomini di cultura: oltre 600 Sacerdoti, sei Vescovi e due Cardinali, conosciuti a livello internazionale: Luigi Poggi, e Agostino Casaroli, Segretario di Stato Vaticano dal 1979 al 1990, il cui archivio fotografico e documentario è stato messo a disposizione dell’Associazione “Centro Studi Cardinale Agostino Casaroli” dalla nipote Orietta Casaroli.
L’Associazione, costituita nel 1989, ha sede all’interno del Seminario, dove è stata allestita una mostra permanente di fotografie, documenti e oggetti del Cardinale. Il Centro Studi intrattiene rapporti con studiosi di diverse università per favorire l’utilizzazione di questi materiali per l’elaborazione di ricerche, tesi di laurea e di dottorato; promuove, inoltre, studi sulla Storia e la Cultura locale.

Nativo di Tiedoli di Borgotaro ed Ex Alunno del ns. Seminario, Mons. Bruno Bertagna ha prestato servizio presso la Santa Sede. Ha ricoperto importanti incarichi: Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e Vice Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Sono raccolti alcuni ricordi personali e alcuni antichi volumi della Sua biblioteca.
MUSEO MUSA: Il Museo offre un percorso affascinante che permette di scoprire, oltre alla personalità artistica dell’autore, la xilografia, una tecnica di rappresentazione di origini antichissime. Musa intravide in questa arte la possibilità di meglio essere in contatto con il mondo semplice, popolare, che lo attraeva, che gli forniva i soggetti e del quale, in un certo senso, diveniva il cantore… Con occhio attento raffigurò volti, costumi degli abitanti delle montagne emiliane e di altre regioni, in cui la sua attività d’insegnante di disegno lo portava: il Molise, soprattutto, dove lavorò per una decina d’anni. Romeo Musa non fu solo xilografo, ma anche pittore capace di rappresentazioni ricche ed intense, comprese quelle religiose, testimoniate da molti acquerelli e bozzetti per affreschi, realizzati in varie chiese (Cattedrale di Campobasso, Bedonia, Codogno di Albareto, Allegrezze, Borgotaro). Scrisse poesie in dialetto, illustrò opere letterarie divenute dei classici, come i Promessi Sposi. Fu autore di numerose novelle per ragazzi, corredate da illustrazioni xilografiche; incise diversi ex libris e molto altro…
MUSEO DELLA DEVOZIONE POPOLARE: Si tratta di una raccolta di circa 15.000 santini dal XVII sec. in poi, alcuni molto rari, come i famosi “canivets”. La Mostra Permanente affianca l’archivio: accanto alle sette vetrine in cui sono esposti gli oggetti di devozione (libri, statue, quadri, miniature, xilografie, calcografie, litografie e oggetti legati ai principali sacramenti, oggetti di uso comune, del Rosario….).In sei bacheche è possibile scorrere la “Storia del Santino” dal XVII secolo ad oggi. Tra gli oggetti pervenuti al centro, una croce ricavata dall’acciaio fuso delle Twin Towers di New York, dopo l’abbattimento.

Scopri come visitare i musei SITO WEB

MUSEO A CIELO APERTO: LIVEGLIA LIVE
Liveglia, ultima frazione del Comune di Bedonia, a 950 metri di altitudine, tra le montagne della Val Ceno, è un piccolo borgo poco conosciuto. Questa minuscola frazione bedoniese grazie all’arte, ha ritrovato vita. Liveglia ,infatti, è diventata un museo a cielo aperto ospitando le sculture di numerosi artisti. A Liveglia si può camminare tra arte, natura, attività e sapori della terra per far rinascere il territorio e la sua storia. Si potranno ammirare opere di Enzo Dente che per Liveglia ha creato una panchina alta in acciaio inossidabile smerigliato che raffigura due persone abbracciate, o del veneziano Lorenzo Viscidi Bluer, le cui opere sono state esposte anche alla Biennale di Venezia, che ha creato per Liveglia un’installazione che racchiude, nel plexiglass, farfalle e petali di rose. O ancora Carlo Pecorelli, apprezzato dai collezionisti di mezzo mondo, autore di una maxi scultura raffigurante una formica in acciaio corten, battezzata Pixel.
Nel 2021 è stato inaugurato anche un progetto di Land Art.
La Land Art, o arte della Terra, è una forma d’arte contemporanea caratterizzata dall’intervento diretto dell’artista sul territorio naturale, specie negli spazi incontaminati e magari poco valorizzati. Potrete infatti trovare numerose opere lungo tutta la strada che da Ponteceno arriva fino a Liveglia. Questa manifestazione è l’ideale proseguimento di Liveglia Live, museo all’aperto di sculture, allargata al territorio circostante.

I MUSEI NEL CASTELLO DI COMPIANO

“MUSEO GAMBAROTTA”, una collezione di mobilio, opere pittoriche e scultoree e oggetti di grande interesse storico e artistico, con la possibilità di poter ammirare in qualche spazio anche gli antichi soffitti e pavimenti cinquecenteschi.

MUSEO MASSONICO INTERNAZIONALE “ORIZZONTI MASSONICI”: l’unico riconosciuto in Italia dal GOI – Grande Oriente d’Italia. Il professor Flaminio Musa, comandante partigiano, medico, poeta, massone del rito scozzese è l’artefice del Museo poiché decide nel 2002 di donare la sua collezione di cimeli massonici, soprattutto anglosassoni, a Compiano.​Vi è anche una sala che ospita oggetti di massoneria italiana, curata dalla Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani.
Per informazioni e prenotazioni www.castellodicompiano.com

 

MUSEO DELL’EMIGRANTE -TARSOGNO
Inaugurato alla fine di luglio 2004. L’allestimento e la progettazione sono stati curati dall’Architetto Mario Ghiretti. Il Museo, che ha sede nel Centro Giovanile, è stato dedicato alla Professoressa Anna Maria Figoni, docente della Scuola Media di Tarsogno, recentemente scomparsa, che da sempre aveva promosso e sostenuto iniziative volte a valorizzare la memoria storica. L’ampia sala espone circa 300 fotografie di emigranti, oggetti vari tra cui una fisarmonica, alcune valigie di cartone, bauli con il corredo più bello, una cassetta porta oggetti (cassetta dei Mersà) di uno dei primi emigranti contenente un pò di tutto: chincaglierie, bottoni, lucido da scarpe, bottigliette di brillantina; poi abiti, cravatte e calze di seta. Suscita curiosità uno specchio, che diventa la copertina di un album di foto d’epoca proveniente dalla Francia. Il Museo è aperto da luglio a settembre con il seguente orario:- Luglio e Settembre, solamente il venerdì – sabato – domenica dalle ore 16.00 alle 19.00.- Agosto, tutti i pomeriggi dalle ore 16.00 alle 19.00
Per informazioni:
Email: info@prolocotarsogno.it
Tel: +39 0525 89272

 

MUSEO DELLE MURA – MUSEO DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO
Il museo delle mura a Borgo Val di Taro è uno spazio museale ricavato dalla costruzione originaria del castello di Borgotaro, di cui non restano che poche tracce. Le caratteristiche sale, con i muri in sasso, permettono la creazione di ambientazioni ad hoc di alto impatto emozionale. Di proprietà dei Marchesi Manara fu utilizzato come asilo e dopo il 1994 a seguito dell’ultima ristrutturazione è stato adibito dal Comune a luogo di incontro culturale.
Il museo delle mura diventerà nel 2022 la sede del MUSEO DEL FUNGO DI BORGOTARO, che avrà una sede distaccata anche nel palazzo municipale di ALBARETO.
Scopri di più sul sito dei MUSEI DEL CIBO DI PARMA

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