Il consolidamento delle prime comunità cristiane sul territorio, databile all’undicesimo secolo, porta alla fondazione delle chiese plebane, o Pievi, amministrate da un sacerdote locale e sottoposte alla giurisdizione del Vescovo diocesano.
Il sistema delle pievi, e delle cappelle dipendenti, nell’Alto Medioevo, si pone quale erede delle funzioni civili e amministrative del municipio romano, assumendo il ruolo di “centro” del territorio di competenza, assolvendo non solo funzioni religiose, ma anche civili e amministrative, economiche e di tutela, tanto da divenire vere e proprie entità territoriali.
Nel Parmense sono numerose le Pievi che conservano significative testimonianze del periodo medievale, autentici gioielli che meritano di essere visitate e anche la Val Parma e le valli contermini ne sono particolarmente ricche.
Tra i Comuni di Collecchio e Sala Baganza si incontrano, lungo il tracciato della Via Francigena la Chiesa di San Martino (Madregolo), la Pieve di San Prospero (Collecchio) e la Pieve di San Biagio (Talignano). P
oco lontano, lungo la Via Longobarda si incontrano, invece, la Pieve di Barbiano (in Comune di Felino) e la Chiesa di Sant’Ilario Baganza. un antico percorso di passaggio commerciale e di pellegrinaggio verso Roma, alternativo a quello della Via Francigena, era la Via di Linari che consentiva di raggiungere la Toscana attraverso il Passo del Lagastrello.
Il suo nome è legato alla storia dell’Abbazia di Linari, insediamento di fede che sorgeva proprio sul crinale montano tra la Toscana e l’Emilia-Romagna. Lungo il percorso si innestano, ancora oggi, le più preziose testimonianze del periodo medievale. L’abbazia vallombrosana e monastero di San Basilide, meglio nota come Badia Cavana, fondata da San Bernardo degli Uberti, è un prezioso monumento luogo Matildico, che replica l’organizzazione degli spazi e le forme architettoniche delle altre abbazie dello stesso ordine (con la chiesa dalla pianta a T orientata a est e il chiostro quadrato sul fianco meridionale).
Il percorso di visita si snoda tra esterno, interno e chiostro, con uno sguardo anche agli aspetti naturalistici dei dintorni, come il celebre Fico di Badia Cavana, una pianta ultracentenaria censita tra gli alberi monumentali della Regione. Un altro prezioso monumento è la Pieve matildica di Santa Maria Assunta, nota anche col nome di Pieve di Sasso, in Comune di Neviano degli Arduini, citata per la prima volta in un documento del 1004.
Oltre che importante centro dell’organizzazione religiosa del territorio parmense (nel 1230 le sono sottoposte 14 cappelle) la pieve è stata luogo di sosta e ricovero per i viaggiatori e i pellegrini che percorrevano la strada di Linari, essendo collocata sullo spartiacque tra le vallate dei torrenti Parma ed Enza. Alle sue dipendenze vi era anche la Chiesa di Santa Giuliana a Moragnano (Tizzano Val Parma), realizzata prevalentemente in pietra a vista, che conserva il particolare “nartece”, porticato in pietra, che ne anticipa l’ingresso.
L’elemento caratterizzante l’edificio sono le numerose incisioni e iscrizioni che si incontrano sulle pietre e le pareti, interne ed esterne, di abside e navate, che suscitano particolare interesse da parte di esperti e studiosi, anche per la ricchezza e varietà degli elementi rappresentati. Degne di nota, anch’esse in Comune di Neviano degli Arduini, sono anche la Pieve di Sant’Ambrogio a Bazzano, che conserva l’antico fonte battesimale in pietra, di forma ottagonale con figure scolpite a rilievo su tutte le facce, scansione spaziale a edicole con colonnine, capitelli e archivolti in ognuno degli otto lati, e la Pieve di Scurano.
A Tizzano Val Parma, in posizione panoramica, sorge la suggestiva Pieve di San Pietro Apostolo, risalente all’XI secolo. In pietra a vista con l’importante campanile a pianta quadrata con aperture ad arco, all’interno la Chiesa è articolata in uno spazio centrale arricchito da cappelle laterali e un insieme di volumi che si sono aggiunti nei secoli, e conserva ancora l’antico fonte battesimale. Elemento caratterizzante della Pieve è l’ingresso a clocher-porche, nel quale cioè la torre campanaria è inglobata nella sezione di ingresso all’edificio, tipico delle chiese francesi, segno degli scambi anche culturali che avvenivano lungo le vie di pellegrinaggio.
Alle dipendenze della Pieve di Corniglio, vi era, invece, quello che ancora oggi è uno dei luoghi di culto più suggestivi e a più alta quota del territorio (1344 m s.l.m.), l’Eremo di San Matteo che, documentato già dall’anno 1015, sorge al centro di una radura e circondato da pascolativi. In Comune di Palanzano, a Zibana, troviamo la Chiesa di Santa Maria Assunta, citata per la prima volta nel 1230, come cappella dipendente dalla Pieve di San Vincenzo, anch’essa tappa sulla strada di Linari.
La chiesa tradizionalmente edificato ai tempi della contessa Matilde di Canossa, fu in realtà probabilmente innalzato già tra il IX e il X secolo; è databile infatti al 1015 il primo documento che menzioni la località di Zibana. Il tempio costituì per tutta l’epoca medievale un frequentato luogo di sosta per i pellegrini, in quanto sorgeva all’incrocio tra la via di Linari, che conduceva all’abbazia sul passo del Lagastrello, e la via del Caio, che valicava il non lontano monte omonimo.