La diga del Molato è uno sbarramento unico e suggestivo situato a Nibbiano in comune di Alta Val Tidone. Essa forma il lago di Trebecco, ha un volume utile di invaso pari a 7,6 milioni di metri cubi ed è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa, per la laminazione delle piene a presidio dell’equilibrio idrogeologico dell’ambito medesimo, per la produzione di energia idroelettrica, per lo sviluppo delle condizioni socio economiche dell’ambito territoriale e per la valorizzazione turistica dell’intera vallata. La diga del Molato è gestita dal Consorzio di Bonifica di Piacenza.
La diga del Molato ha un’architettura a volte sostenute da contrafforti (n. 17 voltine ad interasse di 10,00 m inclinate di 45°) con due parti laterali a gravità massiccia in calcestruzzo. Fortemente distintiva la facciata verso valle, caratterizzata da una sequenza di immensi vuoti, interrotti da archi in successione che la fa risultare altamente monumentale, ma mai eccessiva. la Diga si inserisce nel contesto vallivo con grande armonia e naturalezza, quasi fosse un’appendice spontanea delle cime appenniniche che la ospitano.
La diga del Molato, interamente in calcestruzzo armato, è alta 55 metri rispetto al piano di fondazione, lunga 180 metri sul fronte e il coronamento superiore misura 322 metri comprendendo le strutture laterali che risvoltano dal fronte verso i fianchi. Il bacino è lungo due chilometri e mezzo e per un tratto penetra nel territorio pavese di Zavattarello. Nel punto di maggiore ampiezza misura circa 600 metri.
L’impianto prevede i sistemi per il deflusso delle acque: due scarichi per le acque di superficie, situati uno nella parte centrale dello sbarramento ed uno in sponda destra che tramite una galleria di lunghezza pari a circa 670 m, restituisce le acque al torrente; uno scarico intermedio posto in sponda destra, anche questo dotato di galleria di circa 290 m di lunghezza; due scarichi di fondo costituiti da due tubazioni di diametro 1200 mm. Esiste anche una derivazione per scopo idroelettrico che alimenta la centrale istallata nel corpo della diga il cui scarico, essendo posto ad una quota inferiore rispetto al piano dell’alveo, avviene mediante una galleria lunga circa 1,28 km che sfocia a valle nel torrente Tidone.
La superficie del bacino imbrifero direttamente sotteso dalla diga e pari ad 83 kmq.
La diga del Molato, ogni anno è meta di migliaia di visitatori tra famiglie, scolaresche e gruppi che vogliono vedere il bel paesaggio che crea e conoscere la storia e le funzioni di questo sbarramento grazie al quale, oltre alla produzione di energia idroelettrica e alla difesa del territorio di valle, è presente risorsa utile al distretto irriguo e a una produzione agricola dal valore stimato di circa 14 milioni di euro (stima basata sui dati del valore medio della produzione provinciale analizzati dal Laboratorio di Economia Locale – Università Cattolica di Piacenza).
Storia
L’opera fu progettata dall’ing. Augusto Ballerio lungo il torrente Tidone ai piedi del Monte Bissolo, a circa 250 m a monte della confluenza del Rio Molato. Il Direttore tecnico dei lavori fu l’ing. Guido Comboni.
L’opera fu ideata per regolare il deflusso delle acque, difendendo la campagna a valle dalle rovinose piene del torrente, ed allo scopo di formare una riserva per l’irrigazione e per produrre energia elettrica.
I lavori incominciarono nel 1920 e nel 1923 subentro ad imprese precedenti la Ditta Filippa di Torino. I lavori terminarono nel 1928. La Val Tidone si estende tra due gruppi di alture al confine tra le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna, e tuttavia, da un punto di vista formale e giurisdizionale, appartiene alla provincia di Piacenza.
La vallata è caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d’acqua, tra cui spicca, per dimensioni ed estensione, il Torrente Tidone, affluente destro del Po. Esso nasce a 900 m sul mare, sull’Appennino Piacentino-pavese e, precisamente sul versante settentrionale della Sella del Penice, da cui scende ad ampie curve con direzione media Sud-Nord, fino alla zona del Molato, proseguendo, poi, in direzione Nord-Est. Il Torrente Tidone ha un andamento sinuoso per tutta la sua lunghezza, di circa 46 Km e segna il confine naturale tra le Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna.