La Compagnia del Castello – APS, proseguendo il lavoro intrapreso già da alcuni anni nel portare in scena testi e rappresentazioni al di fuori degli schemi tradizionali di una compagnia amatoriale, presenta Revelation – Oratorio per 2 Voci Narranti, Coro, Musica Registrata e Immagini, tratto dall’Apocalisse di Giovanni, che verrà rappresentato venerdì 28 febbraio alle ore 20.45 nella Chiesa Collegiata di Borgonovo Val Tidone.
Perché Revelation e non Apocalisse?
Nell’immaginario collettivo il termine Apocalisse più che designazione di scritti, canonici o apocrifi, contenenti rivelazioni relative ai destini ultimi dell’umanità, ha assunto quello di cataclisma, catastrofe, disastro, fine del mondo, rovina, distruzione, mentre il termine inglese Revelation ha il significato di Rivelazione di Dio, della propria natura e del suo proposito per l’umanità, specialmente attraverso le parole di intermediari umani.
La musica
Le musiche a corredo dell’oratorio, oltre ad essere di supporto al testo di questa che possiamo definire una sacra rappresentazione, hanno anche una funzione simbolica.
Per questo si è fatto ricorso non solo alla musica “colta occidentale” principalmente contemporanea, ma anche alla musica dark, metal, alla musica medio-orientale ed armena, per ritrovare le sonorità del tempo in cui fu scritto il libro dell’Apocalisse.
Le immagini
Le immagini che accompagnano i vari momenti dell’oratorio, si riferiscono all’arazzo dell’Apocalisse, un ciclo di arazzi realizzato alla fine del XIV secolo che si ispira all’apocalisse di San Giovanni ed esposto ad Angers in Francia.
È il più antico arazzo francese sopravvissuto, nonché una delle più importanti raffigurazioni dell’Apocalisse e uno dei capolavori del patrimonio artistico francese.
Fu commissionato, tra il 1373 e il 1377 per il duca Luigi I d’Angiò, al mercante Nicolas Bataille che lo fece tessere nel suo laboratorio di Parigi all’arazziere Robert Poisson; l’opera fu verosimilmente completata nel 1382.
Misura complessivamente 103 m di lunghezza per 6,1 m di altezza ed era composto da 90 scene; ora ne rimangono 71. I materiali utilizzati, sia per la trama che per l’ordito, sono la lana e la seta, tinte con colori vegetali.
I colori sono ora sbiaditi sulla parte visibile dell’arazzo, ma sul retro sono ancora evidenti le vivaci tonalità originali. Poiché alcuni episodi dell’oratorio si riferiscono alle scene scomparse, sono state utilizzate immagini tratte da miniature coeve.
Ingresso a offerta
Il ricavato sarà destinato interamente alla Parrocchia