L’autunno è la stagione delle castagne, un frutto antico e distintivo della nostra regione, tanto che l’economia dell’Appennino Emiliano si è affidata a questo prezioso dono del bosco per secoli. Il castagno da frutto, introdotto dai Romani dall’Asia Minore, ha rappresentato fino al secondo dopoguerra una risorsa cruciale per la sopravvivenza delle comunità appenniniche durante gli inverni, quando cereali e carne erano meno accessibili.
Negli ultimi anni, il castagno è tornato sotto i riflettori, riscoperto sia dai coltivatori che dai consumatori, acquisendo anche un certo fascino turistico. Nel nostro Appennino, le varietà di castagna più diffuse includono la Biancherina, Carrarese, Ceppa, Loiola, Mascherina, Molana, Pastinese, Pistolese, Rossola, e Salvano.
Il raccolto delle castagne inizia in ottobre e si estende fino a fine novembre. A Borgo Val di Taro, è possibile intraprendere un’escursione di circa due ore che ci porta attraverso boschi di castagni secolari, rivoli, torrenti, sorgenti e torbiere che sono la linfa vitale di foreste millenarie, un’occasione per immergersi nell’incanto primordiale della natura.
L’itinerario parte da Borgo Val di Taro, seguendo le indicazioni del CAI numero 833D e 833, diretto verso Borgotaro ai Vighini. Dalla stazione di Borgotaro, si prende la strada provinciale del passo del Bratello, percorrendo la sommità del grande argine, poi si svolta a sinistra su una stradina che si inerpica verso Grifola. Da qui, si segue la strada comunale fino a raggiungere Vighini, avvicinandosi alla Torbiera dell’Orsaresso. Il percorso, ora immerso nella foresta (segnato CAI 833 D), costeggia un vecchio castagneto, attraversa il Rio dei Vighini ed il Rio di Cravile, per poi raggiungere l’area sosta del Prato dell’Orsaresso.
Il sentiero continua, e dopo aver guadato il Rio Orsaresso, si arriva alla Piana della Ghierma, costeggiando l’abetina e attraversando un’altra torbiera, il Prato Zuccone, e il rio del Burallo. Una deviazione del percorso porta verso il crinale, dove incontreremo la Via degli Antichi Passi. Seguendo l’833D a sinistra, inizia la discesa, oltrepassando nuovamente il Rio Burallo. Dopo aver attraversato diversi torrenti, il sentiero giunge alle cascine di Pian del Lago, a 770 metri di altezza, e da qui (seguendo il CAI 833) ritorna verso la Comunalia, raggiungendo la parte settentrionale del Prato di Orsaresso. Da lì, il sentiero prosegue fino ai Carlineti, poco sotto il punto di partenza, completando così un’escursione che è un omaggio alla semplice bellezza dell’Appennino.